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Associazioni sportive dilettantistiche: senza partecipazione effettiva dei soci, niente agevolazioni fiscali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione conferma una regola fondamentale per le associazioni sportive dilettantistiche: se i soci non partecipano realmente alla vita dell’associazione, decade il diritto alle agevolazioni fiscali previste dalla legge

Il caso: forma rispettata, sostanza assente

Con l’ordinanza n. 5883 del 5 marzo 2025, – che riportiamo nella sua interezza in calce a questo articolo, n.d.r. – la Cassazione ha respinto il ricorso presentato da un’associazione sportiva dilettantistica, confermando la legittimità dell’accertamento fiscale condotto dall’Agenzia delle Entrate.

L’associazione in questione era formalmente in regola: iscritta al Registro CONI, dotata di statuto conforme all’articolo 148 del TUIR e all’articolo 4 del D.Lgs. n. 460/1997. Tuttavia, mancavano prove concrete della partecipazione attiva dei soci alla gestione dell’ente, delle assemblee regolarmente convocate e di una conduzione realmente democratica.

 

L’ammonimento della Cassazione

La Corte ha ribadito che non basta essere in regola sulla carta. L’accesso al regime fiscale agevolato riservato alle associazioni sportive dilettantistiche richiede anche il rispetto sostanziale dei criteri associativi, come la trasparenza, il coinvolgimento dei soci e l’assenza di finalità lucrative.

In sostanza, l’Amministrazione finanziaria ha pieno diritto di verificare che l’attività dell’associazione sia effettivamente svolta in modo conforme allo spirito e agli obblighi imposti dalla normativa di settore. Non si tratta solo di statuti e formalità, ma di come l’associazione opera nella realtà.

Le norme in gioco

La pronuncia si inserisce nel solco di una giurisprudenza ormai consolidata, che interpreta in maniera rigorosa le disposizioni dell’art. 148 del TUIR e dell’art. 4 del D.lgs. 460/1997:

  • Le agevolazioni fiscali spettano solo a enti realmente non commerciali;
  • Devono essere escluse forme dirette o indirette di distribuzione di utili;
  • È necessario il rispetto effettivo del principio di democraticità interna;
  • Serve la dimostrazione dell’effettiva partecipazione degli associati alla vita dell’ente.

Le conseguenze fiscali

Quando questi requisiti non sono rispettati, l’associazione decade dal regime agevolato: i proventi vengono considerati reddito d’impresa, con le conseguenti imposizioni su IRES, IVA e IRAP. Inoltre, possono scattare sanzioni e recuperi d’imposta.

Come possono evitare rischi le associazioni sportive dilettantistiche?

Per le ASD, è essenziale curare non solo la redazione formale dello statuto, ma anche l’organizzazione concreta dell’attività. In particolare:

  • Convocare regolarmente le assemblee e verbalizzarle correttamente;
  • Garantire la partecipazione attiva degli associati;
  • Gestire i flussi economici in modo trasparente e coerente con le finalità istituzionali;
  • Mantenere una contabilità ordinata e aggiornata.

 


 

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  • Preparazione a controlli fiscali e documentazione interna;
  • Riclassificazione corretta dei proventi e prevenzione del rischio di decadenza.

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