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È in arrivo una stagione di verifiche per gli enti no profit italiani. Con l’entrata in vigore del DM 7 agosto 2025, sono diventati operativi i controlli sugli enti iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS). Un passaggio atteso da tempo, che ora si traduce in regole concrete, scadenze e responsabilità ben definite.

L’obiettivo è chiaro: garantire che chi opera nel Terzo Settore lo faccia nel rispetto delle regole, senza zone grigie. Ma per molti enti – spesso retti da volontari e risorse limitate – si apre una fase delicata, in cui l’adeguatezza dell’organizzazione interna potrà fare la differenza tra regolarità e rischio sanzioni.

Controlli RUNTS: chi verrà controllato e in che modo

Le verifiche riguarderanno APS, ODV, ETS generici, enti filantropici e reti associative, inclusi quelli in fase di scioglimento o in concordato preventivo. Restano invece escluse le imprese sociali (DLgs. 112/2017) e le società di mutuo soccorso (DLgs. 220/2002), soggette ad altri regimi di vigilanza.

I controlli RUNTS ordinari saranno triennali, mentre quelli straordinari scatteranno su segnalazione o in caso di anomalie emerse durante i controlli ordinari.
L’obiettivo è duplice: da un lato verificare la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione al RUNTS, dall’altro accertare il rispetto degli obblighi e delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

Cosa verrà verificato

Durante i controlli RUNTS ordinari, gli enti saranno sottoposti a una verifica a tutto tondo sul rispetto delle norme previste dal Codice del Terzo Settore. L’attenzione sarà rivolta alla correttezza formale della denominazione e della forma giuridica, alla coerenza tra statuto e qualifica di ETS, alla composizione della base sociale e alla regolare costituzione degli organi interni. Verrà esaminata l’effettiva attività svolta, con particolare riguardo all’interesse generale perseguito, al rispetto del principio di non distribuzione degli utili e alla correttezza delle raccolte fondi.

I funzionari incaricati controlleranno anche la regolarità dei bilanci, la pubblicazione degli emolumenti e dei compensi, la tenuta dei libri sociali e l’adempimento degli obblighi di trasparenza verso il RUNTS. Particolare attenzione sarà riservata alla verifica dell’assenza di cause di scioglimento e al mantenimento dei requisiti minimi patrimoniali, nel caso di enti dotati di personalità giuridica. Le fondazioni, infine, saranno soggette a ulteriori accertamenti specifici sulla coerenza tra scopo, statuto e operato degli amministratori.

Una sorveglianza ampia, insomma, che punta non solo a stanare irregolarità, ma anche a rafforzare l’affidabilità del sistema no profit nel suo complesso.

Come si svolge il controllo

Il procedimento dei controlli RUNTS prende ufficialmente il via con una comunicazione via PEC all’ente interessato. Da quel momento si apre una fase istruttoria in cui i soggetti incaricati esaminano i documenti già depositati nel RUNTS, integrandoli – se necessario – con ulteriori dati, chiarimenti o atti richiesti direttamente all’ente. Il dialogo è tutto digitale, ma in caso di incongruenze o necessità di approfondimento, i controlli possono spostarsi fisicamente nella sede legale o operativa dell’organizzazione.

Durante le ispezioni in loco, i responsabili del controllo hanno il diritto di accedere alla documentazione, parlare con amministratori, soci e dipendenti, fare copia dei registri e persino effettuare sopralluoghi presso le sedi secondarie. Tutto avviene nel rispetto del contraddittorio, con la possibilità per l’ente di farsi assistere da professionisti o membri interni.

Il tempo massimo per concludere la verifica è di 90 giorni, ma può essere sospeso in caso di richieste di chiarimento o inviti a regolarizzarsi. È un controllo strutturato, che combina accertamenti formali e operativi, e che può avere effetti rilevanti sull’operatività dell’ente e sulla sua permanenza nel RUNTS.

Esiti e sanzioni: cosa rischia chi non è in regola

Il controllo può concludersi con un semplice via libera, ma non sempre è così. Se non emergono irregolarità, l’ente riceverà un verbale senza rilievi e la procedura si chiuderà senza ulteriori conseguenze. Se invece vengono riscontrate anomalie, la partita resta aperta: in presenza di irregolarità sanabili, gli enti avranno un tempo limitato – tra i 30 e i 90 giorni – per correggere quanto non va. In caso contrario, o se le violazioni risultano gravi e non sanabili, si apre una fase delicata, che può portare alla cancellazione dell’ente dal RUNTS.

Non solo. Le sanzioni previste dal Codice del Terzo Settore possono essere anche significative. Si va da oltre mille euro per omessi adempimenti informativi, fino a 20.000 euro per casi di distribuzione (anche indiretta) di utili. È punito anche l’uso improprio della qualifica di ente del Terzo Settore, soprattutto se finalizzato a ottenere contributi, fondi o altre utilità.

Insomma, non si tratta di controlli simbolici: la posta in gioco è alta, e riguarda tanto la credibilità quanto la sopravvivenza stessa dell’ente.


Per questo è fondamentale arrivare preparati. Lo Studio Caruigi Lini Ulivieri è a disposizione degli enti per esaminare la propria posizione, verificare la conformità statutaria e documentale, e prevenire ogni criticità prima dell’avvio dei controlli.
Contattaci per un check-up del tuo ente ETS: meglio un controllo interno oggi, che una sanzione domani.

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